Stabilire cos’è la salute mentale è difficile.
In letteratura ci sono diverse definizioni. Tra le più autorevoli, attualmente, c’è quella del 2022 dell’Organizzazione Mondiale della Sanità:
uno stato di benessere mentale che consente alle persone di affrontare lo stress della vita, realizzare le proprie capacità, imparare e lavorare bene e contribuire alla propria comunità.
Tuttavia, all’interno di SaluteMentale.eu, crediamo che ci sia ancora molto da fare per trovare una definizione che renda giustizia al concetto di salute mentale.
I motivi sono vari. Ad esempio, ci sembra importante sottolineare che anche chi dovesse avere una disabilità che impedisca di lavorare bene possa avere un elevato grado di salute mentale. Lo stesso discorso vale anche per chi non sperimenta benessere, chi ha un disturbo dell’apprendimento (che non consente di imparare bene), ecc.
Per questo, può essere utile dare alla salute mentale una connotazione virtuosa, staccata dall’idea centrale di presenza o assenza di patologia.
Come dare una connotazione virtuosa alla salute mentale?
La salute mentale può essere vista come una risorsa che contribuisce in modo positivo alla vita di una persona e, di conseguenza, della società. Nel corso della vita, questa risorsa può variare, aumentando o diminuendo a seconda delle esperienze che si fanno. Può essere indipendente dalla malattia.
Secondo quest’ottica, la salute mentale assomiglia più a un menù interattivo, che consente di selezionare e utilizzare diversi strumenti.
Detto in altri termini, possiamo definire la salute mentale come segue:
la capacità di compiere una mediazione soddisfacente tra le proprie esigenze e le proprie possibilità bio-psico-sociali, per orientare la propria vita, tenendo conto anche del benessere delle altre persone.
Non si tratta di un qualcosa che c’è o non c’è, ma di un continuum complesso che si alimenta delle facoltà uniche che la persona possiede e si modifica per tutta la vita della persona.
Quali sono le facoltà che compongono la salute mentale?
Tutte le reazioni automatiche affinate dall’esperienza, come pure gli apprendimenti coscienti possono essere risorse interiori che contribuiscono alla salute mentale.
Gli esempi che si possono fare, a riguardo, sono tantissimi:
- velocità di pensiero;
- chiarezza nel formulare obiettivi di vita;
- ampiezza e precisone delle memorie (ne abbiamo di tanti tipi);
- ingegno (capacità di trovare soluzioni innovative);
- autoconsapevolezza (capacità di riconoscere i propri stati emotivi);
- autoregolazione (inclusa l’abilità di gestire le proprie reazioni in modo costruttivo, anziché distruttivo);
- prospettiva (la capacità di vedere oltre l’immediato e, anche nelle difficoltà, dar senso alla propria vita);
- accettazione di ciò che è immutabile (come un lutto, una malattia cronica o ancora senza cura, ecc.);
- sintonizzazione sociale (la capacità di costruire relazioni stabili e soddisfacenti per sé e le altre persone, nonostante i conflitti);
- motivarsi autonomamente;
- autoconsolarsi dopo una delusione;
- Ecc.
Ognuna di queste facoltà può concorrere a sostenere la salute mentale. Tuttavia, se considerate singolarmente, nessuna di queste risorse può esser vista come un sinonimo di salute mentale.