Cosa succede se la definizione di salute mentale considera solo la patologia?

La visione scientifica di salute mentale usata dal nostro Paese può avere ricadute sul benessere di tutte le persone, anche il tuo.

In questo articolo, proviamo a comprendere cosa può accadere se la definizione di salute mentale si concentra solo sugli aspetti patologici.

Che impatto può avere una definizione attenta solo agli aspetti patologici?

Se un Paese definisce la salute mentale solo in termini di patologia, l’attenzione rischia di focalizzarsi solo su aspetti patologici.

Di conseguenza:

  1. i monitoraggi riguarderanno parametri che individuano le situazioni più gravi e quelle meno gravi, ma sempre problematiche;
  2. gli interventi si orienteranno sul trattamento del malessere;
  3. sarà data priorità alle situazioni più gravi e urgenti e poi alle altre, se e quando è possibile.

Nei fatti, questo si traduce con l’ignorare interventi che potrebbero prevenire malesseri e disturbi evitabili.

Questo approccio di attenzione sulle questioni patologiche, forse, può andar bene per i Pronto Soccorso. Tuttavia, non è auspicabile per un intero Paese. Se si imposta il Paese come un pronto soccorso, presto o tardi, sarà oberato di emergenze con lunghe liste di attesa.

Perché focalizzarsi esclusivamente sulla patologia favorisce emergenze legate alla salute mentale?

Ci sono diversi aspetti che portano ad avere sempre più emergenze. Sicuramente un impatto forte è dato dai finanziamenti insufficienti, come indicato nel recente decreto per le misure urgenti sulle liste di attesa (che riguarda anche la salute mentale).

Tuttavia, quando si parla di salute mentale, pesa molto anche l’approccio scientifico che si adotta. Se ci si concentra solo o prevalentemente sulla patologia, la situazione può degenerare, seguendo passi piuttosto prevedibili.

  1. I servizi si riempiono. In altri termini, più si trascura la promozione della salute e la prevenzione delle problematiche, maggiore è il rischio di imbattersi in fenomeni crescenti. Sempre più persone hanno bisogno di un aiuto importante. Questo richiederebbe di investire sempre più risorse (economiche e umane), per evitare di non riuscire a rispondere ai bisogni di ogni persona.
  2. Si formano lunghe liste di attesa. Man mano che aumentano le persone che chiedono aiuto, le risorse si consumano. Poiché le risorse non sono infinite, presto o tardi, i servizi ricevono più richieste di quante ne possano gestire nell’immediato. Non riuscendo a risponde subito alle richieste, si creano liste di attesa. Non importa quindi, quanti soldi saranno spesi. Considerando anche il fatto che la popolazione tende ad invecchiare, se non si previene, si rischia di ritrovarsi sempre più in una situazione ingestibile.
  3. Aumentano le situazioni gravi. Quando i tempi di attesa aumentano, le situazioni sfuggono di mano e peggiorano. Spesso, infatti, è la tempestività di un intervento che consente di ottenere buoni risultati e di ridurre il rischio di emergenza.
  4. Compaiono i disservizi. L’aumento delle emergenze stressa il sistema. Si corre sempre più il rischio di non poter gestire numerose situazioni, perché diventa necessario concentrarsi quasi esclusivamente sulle situazioni gravi.

Conclusioni

Quanto detto finora, può sembrare un discorso teorico. Il rischio di avere disservizi collegati ad un numero crescente di emergenze relative alla salute mentale potrebbe apparire lontano. Tuttavia, per l’Italia questa situazione di emergenza è già realtà, come sottolineato anche nel Documento finale della Consensus Conference sulle terapie psicologiche per ansia e depressione (2022, p. vi).

Per rispondere a questa emergenza, il più delle volte si pensa agli aspetti economici. Pur essendo tali aspetti importanti, va ricordato che anche l’approccio scientifico adottato ha un peso centrale, pari a quello degli aspetti economici.

Definire la salute mentale andando oltre la patologia, quindi, diventa un imperativo etico, oltre che clinico. Fare attenzione anche a questo aspetto non è solo un modo per sostenere una migliore gestione delle risorse (umane e finanziarie). Si tratta, altresì, di un intervento necessario per puntare a favorire la salute mentale di ogni persona (non solo di chi ha una situazione grave), riconoscendo ad ogni persona il diritto di ricevere supporto per la sua salute.

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